Dopo Lidia Bastianich arriva in Italia anche Giada De Laurentiis. Ora qui da noi magari di Giada nessuno ha mai sentito parlare. Ma vi assicuro invece che negli U.S.A. è una vera celebrity. E non per essere la nipote del leggendario produttore Dino De Laurentiis e della mitica attrice Silvana Mangano. No, Giada deve il suo successo solo a se stessa. Perchè Giada ama mangiare e ama cucinare e questo fa non solo nella sua vita privata ma anche dagli schermi televisivi americani. E presto anche da quelli italiani, i suoi due programmi più famosi, “In cucina con Giada” e “Week end con Giada” sono infatti in arrivo da noi sul canale digitale Fine Living, l’uno dal lunedì al venerdì alle 11,05 e l’altro negli stessi giorni ma alle 20,45. Giada, nata in Italia ma emigrata in U.S.A. a soli sei anni racconta della sua vergogna iniziale nel parlare italiano e sentirsi diversa rispetto agli altri bambini. Poi la sua scoperta della cucina, all’inizio osteggiata dal famoso nonno, che, sostiene lei, ha poi accettato la sua professione solo perchè femmina, ai maschi di famiglia non avrebbe mai dato il suo placet. Giada è bella e non fa nulla per nasconderlo, anche se all’inizio della sua carriera televisiva le dicevano di camuffare la sua avvenenza: “Mettiti camice un po’ larghe, senza forma, e niente di scollato”. Ma Giada ha fatto di testa sua e i risultati le danno ragione, ha vinto anche un Emmy. Adesso Giada sta aprendo il suo primo ristorante, a Las Vegas città dove non esiste una donna chef. ” Lo sanno tutti, per una donna fare la chef non è facile, è un mondo molto maschile. Se poi sei anche bella è peggio. O bella, o brava, secondo la mentalità corrente, tutte e due le cose non sono possibili!”. C’è da giurare che la De Laurentiis riuscirà a sfatare anche questi pregiudizi. E i suoi programmi futuri? Prodursi e fare il suo primo show girato in Italia. E c’è da scommettere che riuscirà a venderlo anche in America. Il che porta noi italiani di madrepatria a dover fare un serio ragionamento: Lidia Bastianich ha grande successo in Masterchef Junior e presto vedremo anche da noi il suo programma americano, Giada farà qui il suo show che arriverà su schermi americani. Chi conosce l’America bene lo sa: i programmi di cucina italiana sulle tv statunitensi sono tutti firmati da chef americani o italo-americani. E qui da noi comincia a serpeggiare un certo malumore: “Questi vengono qui a insegnare a noi come si cucina” è la frase più ricorrente. Ma nessuno si chiede i motivi per cui questo accade. E siccome per anni ho lavorato in televisione, al Gambero Rosso, facendo sia documentari che cooking show da studio e occupandomi anche degli acquisti, e siccome ho vissuto a lungo negli Stati Uniti, io la risposta ce l’avrei. Il fatto è che siamo arroganti e presuntuosi. Sarebbe infatti possibilissimo confezionare prodotti vendibili all’estero. Che avrebbero anche gran successo. Ma non si fa. E perchè? Perchè per vendere un nostro prodotto in America bisogna conoscere il mercato, se il mercato esige puntate da 20 minuti infatti bisognerebbe confezionare programmi di quella durata. E invece accade che un episodio duri 30, l’altro 25 e l’altro ancora 19. Invendibili dunque. Sarebbe anche intelligente cominciare a filmare in inglese, o quanto meno a sottotitolare. Ma figurarsi. E infine bisognerebbe studiare il mercato di quel paese e cercare di capire non solo come funziona ma anche cosa cerca il pubblico. E farlo possibilmente senza spocchia. Invece noi, convinti come siamo (anche a ragione) di avere i prodotti e la cucina migliore del mondo, guardiamo con certo disprezzo le abitudini americane. Vi assicuro invece che gli americani, innamorati del nostro cibo e della nostra cultura, sono prontissimi ad essere conquistati da noi. Ma bisogna farlo con furbizia: adattandosi e facendo conoscere la nostra cucina con intelligenza. In questo le cuoche televisive e non italo-americane hanno molto da insegnarci. Lidia Bastianich ha iniziato facendo cucina italo-americana, la sola allora accettata in America, e introducendo di volta in volta piatti della tradizione regionale italiana. Ha vinto, e adesso ha un impero. In tutt’altro campo Sorrentino ha venduto il nostro paese con grande acutezza, senza ricorrere ai facili stereotipi pizza, spaghetti, mafia e mandolini, ma dando comunque agli Americani quello che cercano dal nostro Paese: la Grande Bellezza. E’ quello che dovrebbe fare chi si occupa di cibo e voglia sfondare in terra straniera. L’importante è il fine, in questo caso, non i mezzi. Naturalmente a patto che il prodotto sia davvero di qualità. E se è di qualità che importanza ha se poi per venderlo si usano strumenti che a noi Italiani sembrano ridicoli? Come nel caso del video che vi mostro qui sotto. E dunque più umiltà e più fantasia, dote che, ringraziando il cielo, a noi Italiani non è mai mancata!
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