AGNELLI, RE E FRICASSEE

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AGNELLI, RE E FRICASSEE

 

L’AGNELLO SACRIFICALE

 L’agnello a Pasqua è d’obbligo e di nuovo il suo significato è religioso.  Non solo ma è simbolo addirittura di due tradizioni religiose, legate tra loro, in questa occasione, a doppio filo. Quella ebraica e quella cristiana. Pesach, la Pasqua ebraica celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto sotto la guida di Mosè. Pesach infatti vuol dire “passare oltre”, come racconta la Decima Piaga biblica, quella in cui L’Angelo sterminatore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case d’Israele e “passò oltre”, uccidendo così solo i primogeniti maschi degli Egiziani.  Durante l’esodo poi il popolo d’Israele celebrò la Pasqua e fu Mosè a dettare la scelta degli alimenti tra cui un agnello maschio, di età inferiore ad un anno, arrostito intero, con testa e viscere. Per i Cristiani invece l’agnello è Cristo, perché come l’animale è stato sacrificato senza colpa.

LA FRICASSEA

 E’ una salsa a base di rosso d’uovo e succo di limone che viene usata su stufati di agnello, pollo e vitello.  Ma fricassea, nella nostra lingua sta anche a significare una gran confusione, una mescolanza di cose e persone. E Giuseppe Giusti la cita anche in rima:

“Ribolle in lurida fogna plebea,

del basso popolo la fricassea”.

 

COME PIACEVA AL RE

 Se i rudi cavalieri rinascimentali l’agnello amavano mangiarselo intero e arrostito allo spiedo, il più raffinato Luigi XIV, al secolo Re Sole, preferiva invece una preparazione più elegante, come si confà a un vero Re. Cosi se lo faceva tagliare a tocchetti, mettere in teglia, ricoprire con fette di pancetta e un trito a base di aglio, rosmarino, salvia e cipolla, poi bagnato con olio d’oliva e vino e lasciato a marinare così per diverse ore. Quindi lo faceva salare, pepare e cuocere a fuoco dolce spolverizzandolo di tanto in tanto con peperoncino piccante. Prima di servirlo a Sua Maestà lo chef ci aggiungeva pinoli e uvetta.

PER LA RICETTA DELL’AGNELLO IN FRICASSEA CON I CARCIOFI CLICCARE QUI: RICETTA

DA: “I MENU DELLA FESTA” DI ANNALISA BARBAGLI E STEFANIA BARZINI, EDIZIONI GIUNTI

 

 

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