Gordon Ramsay, il famoso e temibile cuoco inglese, afferma: “Cucinare è la più potente scarica di adrenalina al mondo. E’ come avere la più incredibile delle erezioni, con in più anche una spruzzatina di Viagra. E dopo dodici ore è ancora lì”. Questa è l’idea di un uomo, o meglio di uno chef in cucina. Ma per le donne invece? A me personalmente non sarebbe mai venuto in mente di descrivere il mio piacere in cucina in questi termini. Un po’ forse perchè l’orgasmo femminile è così diverso da quello maschile. Ma molto perchè per me cucinare non è tanto un’esperienza fisica, quanto piuttosto un’avventura metafisica, quasi spirituale. Sono i sensi che si sposano con testa e cuore. Per me cucinare è liberazione, appagamento, senso di pienezza. Se dovessi paragonare la cucina ad un ballo, non sarebbe certo il rock’n roll acrobatico di Mr. Ramsay, quanto piuttosto un avvolgente tango. E non credo di essere la sola donna a pensarla così.
Mangiare tortelli di zucca è come assaggiare una boccata di autunno.
A noi Italiani piace giocare con il cibo. Come spiegare altrimenti le tante diverse forme che diamo alla pasta? Penne, ruote, chitarrine, bucatini, eliche, ciriole, reginette, tripoline, cavatappi, manicotti, campanelle, conchiglie, farfalle, gobbetti, anelli e ditali, fischietti e lancette. Solo per nominarne alcuni. Per forza poi nessuno ci prende sul serio. Un popolo di giocherelloni. Anche a tavola.
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