Sulla Repubblica online di oggi c’è un bell’articolo-intervista di Silvia Fumarola su e a Lidia Bastianich, mamma del più famoso Joe (da noi perchè in America Lidia è una vera potenza). Io Lidia l’ho conosciuta e intervistata qualche anno fa e sono anche andata a mangiare al suo ristorante Felidia a New York. E ci ho mangiato benissimo. Una ottima e vera cucina italiana. Scrivo questo perchè a sorprendermi, in negativo, sono stati i commenti all’articolo, gente indignata del fatto che una signora americana si permetta di dare a noi italiani consigli su come mangiare. Ma la gente è ignorante e spesso invidiosa, vero dramma di questo nostro Paese. Perchè Lidia è italianissima, emigrata nelle Americhe a 12 anni. Ed è una grande imprenditrice e una vera ambasciatrice della nostra cucina e dei nostri prodotti all’estero. Una donna dunque da ringraziare. Le polemiche poi sono scaturite dal fatto che il pezzo è correlato da un video di uno degli innumerevoli programmi di cucina che la Bastianich conduce sulla tv americana. E lo scandalo, udite udite, è che la Bastianich nel video ha l’ardire di parlare in inglese! E che lingua dovrebbe parlare alla tv americana? Posso comunque testimoniare che Lidia parla un perfetto italiano e ce lo dimostrerà nel nuovo Masterchef bambini di cui sarà giudice. Prima di parlare dunque, bisognerebbe almeno informarsi.
“Spiega con grande semplicità che “il segreto è dimenticarsi delle telecamere: io sono me stessa, quella che cucina davanti a 50 milioni di spettatori è la stessa che prepara da mangiare per i nipotini. Se tiro la sfoglia e si fa un buco non ricomincio da capo, lo rattoppo”. Lidia Bastianich è una star della tv americana, ha appena vinto un premio come miglior conduttrice di show culinario negli Stati Uniti, è la mamma di Joe, star di Masterchef e anche lei, dal prossimo inverno, sarà giudice (con Bruno Barbieri e Alessandro Borghese) di Junior Masterchef, in onda su Sky1 HD. Ha cucinato per Papa Benedetto XVI, Elton John, John Travolta, presidenti e star planetarie. “Adoro la musica, una volta ho avuto l’onore di avere con me il soprano Renée Fleming”. Ma non si vanta, non le piace. È una grande imprenditrice ma è rimasta una donna semplice, simpatica e schietta. Coltiva l’understatement, preferisce raccontare delle vacanze in Italia con Joe e Tanya, laureata a Oxford in Storia dell’arte rinascimentale, quando erano piccoli. “Li costringevamo a mangiare due volte a pranzo, per provare i piatti dei ristoranti. Per loro era un incubo. Però qualche volta restavano in macchina e si facevano la guerra con le bottigliette di acqua frizzante… Tornavamo e erano tutti bagnati”. Oggi ha cinque nipotini a cui ha insegnato a cucinare “perché i bambini, soprattutto quelli americani, non sanno cosa siano le materie prime. Trovano tutto confezionato, manipolato, l’ingrediente originario ha preso un’altra forma. Mangiano male, per forza poi c’è il problema dell’obesità infantile”. Suo figlio Joe a Masterchef era cattivissimo, lei come sarà con i bambini?
“Una nonna. È un gioco, loro devono viverlo così. La cucina è un modo di stare insieme e di imparare qualcosa, divertendosi. Da piccola stavo con mia nonna in cucina, era bellissimo, grazie a lei ho imparato un sacco di cose. Oggi accanto a me ci sono i figli dei miei figli, la tradizione continua. Per me i piccoli concorrenti sono come i miei nipotini, vorrei spiegare ai bambini la bellezza del cibo, quanti doni ci dà la natura”.
La sua è una storia di immigrazione felice: è rimasta legata all’Italia?
“Legatissima. Sono arrivata in America che avevo dodici anni. Sono nata a Pola e dopo la guerra scappammo a Trieste e finimmo nel campo profughi. Siamo sempre tornati in Italia, c’era mia nonna, i cugini. Ancora oggi veniamo in vacanza, abbiamo i vigneti. Siamo italiani che hanno portato la nostra tradizione culinaria in America, il primo ristorante l’abbiamo aperto nel Queens nel 1971. Le ricette raccontano le nostre radici, c’è dietro una storia”.
Il segreto della nostra cucina?
“La semplicità. Il segreto è far risaltare i sapori”.
Suo figlio Joe stava con lei al ristorante?
“A quattro anni stava con me in cucina, mi seguiva. Anche mia figlia Tanya, anche se ha fatto altri studi, oggi lavora con me, cura i miei libri”.
Quindi il cibo è una vera passione di famiglia, anche se siete diventati imprenditori: libri, vini, locali in tutta l’America, una linea di pasta e sughi naturali.
“Certo. Vede, per me la cucina è un modo di comunicare. Quando faccio il mio programma non salgo in cattedra, dico a chi mi segue: ora facciamo insieme questo piatto, e mi muovo esattamente come quando sono sola e preparo da mangiare. Per questo il programma piace, perché è tutto molto naturale. Il rapporto con gli spettatori è bellissimo, mi scrivono per chiedere consigli.
Che effetto le ha fatto vedere suo figlio Joe nei panni del giudice cattivo?
(Ride) “Lui non è così, ma in tv a Masterchef recita un ruolo. Quasi non lo riconoscevo, però capisco che è divertente. E piace al pubblico”.
Grazie alla cucina, dal Papa alle star ha incontrato tutti. Ha un ricordo particolare?
“Roberto Benigni, prima dell’Oscar per La vita è bella, era venuto a mangiare nel mio ristorante. Quando l’ho visto schizzare in piedi sulla poltrona appena la Loren ha pronunciato il suo nome, ho pensato che un po’ di quell’energia gliel’avevano data i miei spaghetti”.
Si considera una donna soddisfatta?
“Sì, ho lavorato tanto ma sono fortunata: mi piace quello che faccio”.
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