Nel variopinto mondo del cibo è nato un nuovo progetto: lo chef stellato Andoni Luis Aduriz è infatti all’opera su “The Candy Project”. Il progetto delle caramelle. Aduriz sta mappando, pensate un po’, le caramelle di tutto il mondo. E non solo racconterà la “gastronomia” delle caramelle ma ne indagherà anche i risvolti socio-culturali, insieme A Slow Food Internationale e all’Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo. Quello che è certo è che la storia della caramella è molto antica, forse furono addirittura gli Arabi a portarla in Sicilia, e il suo nome potrebbe derivare da kora (piccolo globo) e mochalla(dolce).O furono i Crociati tornando dalla Guerra Santa? Che il nome invece derivi da canna mellis (canna da zucchero)? La sola cosa certa è che le caramelle piacciono, soprattutto a noi italiani che ne acquistiamo circa sei milioni di chili all’anno! E ognuno ha la sua caramella del cuore. La mia è la Rossana. Ve la ricordate? Con la sua lucida carta rossa? Ricordate il momento in cui l’involucro zuccherino si rompeva sotto i denti e in bocca si allargava la crema di latte, morbida e pastosa? Una volta, quando io ero bambina, le caramelle erano patrimonio nonnesco. Oggi i nonni, io compresa, regalano caramelle di nascosto ai loro nipoti, duramente provati dal “gastronomically correct” dei genitori odierni. I miei due nonni invece ce ne regalavano a bizzeffe: uno elargiva le Baratti alla frutta, con il loro bellissimo involucro, e certe biglie grosse come uova di piccione al sapore di mandarino. Me le donava adagiate in scatole di legno, nascoste in un nido di paglia e io le succhiavo lentamente, la sera nel letto, prima di addormentarmi. L’altro nonno invece ci regalava le Charms alla frutta. A tutt’oggi io resto fedele a queste caramelle,senza sbandamenti. Al massimo posso fare un’eccezione per le Mou,ma quelle dure. E non c’è nulla come le caramelle che riesca a farti viaggiare nel tempo, facendoci tornare all’improvviso bambini. E Voi? Quali sono le vostre caramelle del cuore?
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