CERNIA: BRUTTA, MA TANTO BUONA.

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CERNIA: BRUTTA, MA TANTO BUONA.

LA MIA CERNIA

DA” A TAVOLA CON GLI DEI” DI STEFANIA BARZINI- GUIDO TOMMASI EDITORE.

Da ragazzaho fatto un viaggio, un’indimenticabile estate, con amici su un piccolo catamarano di legno di cinque e metri, che, incredibile ma vero, ci portò fino in Grecia.  Passammo anche dalle Isole Eolie che, allora non lo sapevano ma sarebbero diventate parte integrante e uno dei grandi amori della mia vita.  A Lipari la nostra barchetta ebbe un’avaria e questo ci costrinse a restare nell’isola più a lungo di quanto avessimo preventivato.  A me non dispiaceva affatto.  Anzi l’idea di poter fare un bucato e avere a disposizione acqua dolce in abbondanza mi sembrava particolarmente gradita.  Il resto della ciurma invece scalpitava.  A calmare le acque ci pensò l’ineguagliabile Enrico, che pescò una delle cernie più grosse che avessi mai visto.  La bestia era talmente grande che non sarebbe stato possibile cucinarla sul piccolo fornelletto che avevamo a disposizione.  Decidemmo perciò di venderla a qualche ristorante in cambio di vitto per tutto l’equipaggio.  Nessuno di noi conosceva Lipari, perciò seguimmo il nostro naso che ci servì egregiamente.  Guidati da profumi e aromi arrivammo al Castello, da Filippino.  In quegli anni Filippino non era ancora quel ristorante famoso che è diventato oggi, quanto piuttosto un prezioso segreteo per chi nelle isole ci passava molto tempo.  Allora, come oggi, da Filippino si mangiava benissimo.  Sarà stata la fame di un viaggio fatto con poche lire, sarà stato il risultato di giorni e giorni di dieta sostanzialmente a base di pasta, sta di fatto che quel pranzo al ristorante lo ricordo come un’esplosione di mare e sole, insomma come affondare i denti nelle Eolie.  Strano a dirsi non ricordo esattamente cosa avessimo mangiato, ma l’intensità dei sapori e la densità dei profumi sì.  Quello è stato il momento in cui mi sono innamorata per sempre delle isole.

LA CERNIA

La cernia é uno dei pesci più comuni al mondo, vive infatti, oltre che nel Mediterraneo, anche in Atlantico, dalla costa portoghese fino al capo di Buona Speranza ed è segnalata anche lungo le coste brasiliane e persino, dall’altra parte del mondo, nelle sacche d’acqua fredda che risalgono dalle profondità dell’oceano Indiano le coste dell’Oman meridionale.

Il suo nome deriva dal latino acernìa. In inglese questi pesci sono noti come groupers, dal portoghesegaroupa.  Sono pesci dal corpo tozzo e dalla grande bocca, non sono costruiti per il nuoto veloce sulle lunghe distanze, e le loro dimensioni possono facilmente superare il metro di lunghezza e i cento chilogrammi di peso. possono essere molto pericolosi: secondo il documentarista Graham Ferreira vi è almeno un caso documentato, in Mozambico, di un uomo ucciso da una cernia. Non si contano, poi, i racconti dei pescatori di perle aggrediti da voraci cernie giganti del Pacifico. Cernie di dimensioni straordinarie vennero comunque descritte, ad esempio, dallo scrittore Arthur C. Clarke, che ne avvistò una lunga sei metri circa e larga più di un metro che viveva in una piattaforma abbandonata lungo la costa dello Sri Lanka.

 

SESSO E CERNIE

 

Non tutti forse lo sanno ma la cernia é pesce trans.  Vale a dire che nasce femmina e diventa…cernio.Si tratta infatti di un pesce ermafrodita in cui coesistono gameti sia maschili che femminili.  Quelli femminili maturano prima e infatti la cernia per i primi 10-12 anni ha funzioni sessuali femminili e dopo i 12 anni di età assume invece funzioni sessuali maschili. Un tipo di comportamento niente male, che consente di mantenere costante il rapporto fra sessi e, oltre ad eliminare la necessità di schermaglie più o meno rituali e pericolose, permette di limitare il numero di bocche affamate che girano per la scogliera!

 

LA POESIA

 

“Chi ha steso braccia al largo, battendo le pinne dei piedi,

gli occhi assorti nel buio del respiro,

chi si è immerso nel fondo di pupilla  di una cernia intanata dimenticando l’aria,

chi ha legato all’albero una tela e ha combinato la rotta e la deriva,

chi ha rematoin piedi a legni lunghi: questi sanno che le acque hanno volti.

E sopra i volti affiorano burrasche, bonacce, correnti ne il salto dei pesci che sognano il volo”. ERRI DE LUCA-Scrittore italiano

 

 

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