Grazia Deledda scrittrice e vincitrice di un Nobel alla letteratura, è oggi scrittrice un po’ dimenticata. Ed è un peccato perchè nessuna come lei ha saputo raccontare una Sardegna arcaica e ricca di tradizioni, una Sardegna così diversa da quella che oggi finisce sulle cronache mondane. Una Sardegna di leggende, storie, briganti e soprattutto di donne.
Fra i tanti ingredienti che appaiono negli scritti di Grazietta il più importante, quello che ruba la scena, è il pane, pasto sacro. Il pane che sua madre prepara come un rito religioso, con una serietà attenta, quasi sacerdotale, gelosa della sua prerogativa, della sua antica iniziazione. Il pane che impasta e a cui aggiunge il lievito, conservato in un ripostiglio, dentro una scodella dorata che sembra un vaso sacro, una pisside nel suo tabernacolo, il pane che benedice segnandolo con la croce, il panecarasau, bianco e sottile come un’ostia, il pane che Efix in Canne al Vento, alla fine della cena, butta in terra, sbriciolato insieme al fondo del bicchiere di vino, perchè la terra vuole sempre la sua piccola parte di nutrimento. Il pane caldo che odora di fieno, che scalda le mani e il cuore.
Category : Libri
Date : 22 Apr 2014
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