Sono stata a Forlimpopoli, deliziosa cittadina romagnola, a presentare il mio libro. E non era la prima volta, già qualche anno fa sono venuta qui, alla Festa Artusiana, invitata insieme ad altre scrittrici a parlare della scrittura del cibo. Laila Tentoni, la mente dietro alla festa e alla Fondazione Artusiana come al solito fatto le cose in grande. Forlimpopoli è la patria di Pellegrino Artusi, il nume dei fornelli, almeno di quelli italiani, il signore che per primo ha codificato la cucina del nostro Paese. Un grande insomma. E giustamente la sua cittadina, ogni anno, gli dedica una bella festa. Sono statti nove lunghi giorni in cui si sono alternati eventi, degustazioni, mostre, dal 21 al 29 di giugno. E tutto in onore dell’illustre cittadino.
P. Artusi
Durante la festa Artusiana è la cittadina stessa a cambiare, le strade infatti acquistano anch’esse nomi artusiani, i titoli dei capitoli de “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Banchetti gastronomici riempiono le vie e ovunque ci sono incontri e dibattiti su cibo e cucina. Più di 150 appuntamenti con ospiti che giungono da ogni parte del mondo (quest’anno ci sono stati i francesi di Pays Beaujolais con la cucina e la pasticceria della regione Rhone-Alpes, i catalani con la cucina di Sils, il mercato dei contadini di Traun, cittadina austriaca, e i croati di Rovigno). E poi artisti di strada e ben 50 ristoranti, allestiti per l’occasione. C’è stata la consegna dei premi Marietta (dal nome della fedele servetta dell’Artusi), gli aperitivi letterari (è qui che ho presentato il mio libro Fornelli d’Italia), e una bella mostra: «Illustrissimo Sig. Artusi. Ricette e consigli al padre (della cucina italiana)», in cui si potevano leggere lettere e ricette scambiate da Pellegrino con le sue tante lettrici, nonchè un carteggio tra lo scrittore e l’amico e collega Olindo Guerrini. A me la Festa Artusiana piace davvero molto, al punto da aver abbandonato il mio scoglio assolato per attraversare lo Stivale e raggiungere gli amici romagnoli. E vi assicuro che per altri o altre manifestazioni non l’avrei fatto. Grazie quindi aLaila Tentoni, entusiasta vestale artusiana e a tutti coloro che si impegnano ogni anno per rendere unici questi dieci giorni. E grazie per i fantastici “Cappelletti in brodo all’uso di Romagna”, ricetta artusiana doc, preparati da mani amorevoli nel ristorante ufficiale di Casa Artusi. Era una serata fresca e umida e sono stati davvero graditi!
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