Io me ne ero accorta. Girando per supermercati avevo notato che la gente impiega più tempo tra gli scaffali. Sceglie con più attenzione cosa acquistare. E i dati mi danno ragione. L’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma, cronometro in mano, ha stabilito che gli Italiani impiegano circa 22 minuti ad acquistare cibo, sei in più di quanto accadeva 6 anni fa, nel Paese pre-crisi, quando la spesa era selvaggia, quando nel carrello si lanciava di tutto, quando il 15% degli acquisti andava sprecato, quando si compravano 10 yogurt per poi buttarne la metà perchè scaduta. Adesso si pianifica prima di uscire e si compra solo quello che davvero serve. E si fa attenzione alle etichette, si scelgono cibi più sani e solo quelli indispensabili, niente merendine, snack, sfizi. Si diventa insomma un acquirente più consapevole. Gli ipermercati sono entrati in crisi e ritornano i negozi di quartiere. Il cliente italiano è il solo in Europa, sempre secondo le statistiche, che ha la capacità di tagliare sulla spesa senza però rinunciare alla qualità, quasi un’arte. Insomma alla fine vuoi vedere che non tutta la crisi vien per nuocere?
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