I MIEI POMODORI

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I MIEI POMODORI

DA “COSI’ MANGIAVAMO” DI STEFANIA APHEL BARZINI- EDIZIONI GAMBERO ROSSO

“Piu’ di ogni altra cosa pero’ la casa (di campagna NdA) mi ha regalato profumi, aromi e sapori che mi avrebbero inseguito per il resto della vita perche’ quando si e’ assaggiata una pesca appena colta dall’albero, quella fragranza, quel gusto, lo si cerca poi all’infinito in ogni pesca che si incontra.  In particolare amavo l’orto con le sue ondate di verdure, scandite come maree: c’era il momento dei cavoli, quello delle insalate, quello in cui venivamo sommersi da uno tsunami di fagiolini e, quello, il migliore fra tutti, in cui l’orto si tingeva di rosso: la stagione dei pomodori.  Quello era il mio tallone d’Achille.  Nelle calde giornate di luglio, quando il sole era piu’ giaguaro, mi sdraiavo tra i tralicci sulla terra bollente e staccavo uno dopo l’altro quei frutti cosi’ profumati, allora al culmine del loro splendore estivo, per mangiarli a grossi morsi lasciando che il loro succo ardente colasse ovunque.  L’aroma e il gusto erano cosi’ intensi che li assaporavo in silenzio, a occhi chiusi, per potermi concentrare meglio su quell’unica, acutissima nota.  Non erano pomodori, erano vere  boccate di sole”.

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