Santa Cruz, Maggio 8, 1998
Sean è un uomo zuppa. Perciò bisogna che me lo tenga stretto. Nel senso che di uomini zuppa non è che ce ne siano molti in giro. Gli uomini bistecca è più facile incontrarli. Duri, nerboruti, tutti di un pezzo. Così come gli uomini pollo. Più apparenza che sostanza. Un po’ fatui. Machi, sempre pronti ad inalberarsi e a fare a botte. Ma alla prima difficoltà si sciolgono come neve al sole. Come i polli di oggi che si sfanno appena li tocchi. Non sono male gli uomini verdura, ma inaffidabili, difficili da acchiappare. Insofferenti ai legami, sgusciano, come i fagiolini. Gli zuppa invece consolano, incoraggiano, rassicurano. Sono uomini che amano coccolare, che perdono tempo nei preliminari. Nascondono tesori e spesso non lo sanno neanche. Ci vuole pazienza per scoprirli. Esigono precisione e tempi lunghi. Come un minestrone. Tante verdure da sbucciare, da tagliare a tocchetti. L’acqua da aggiungere che deve essere poca per far sì che siano gli ingredienti a rilasciare i loro umori. La scorza di parmigiano a dargli un sapore più deciso. E alla fine, per magia, carote, patate, zucchine e fagioli, cipolle e cavolo verza, spinaci e sedano, prezzemolo e basilico siuniscono a dar vita a un’identità congiunta che non è solo la somma algebrica delle loro distinte personalità, bensì un nuovo e diverso carattere. Il minestrone per l’appunto. Sean è così. Morbido, armonico, carezzevole. E sa anche cucinare. Solo zuppe è vero, ma ne conosce tutte le variazioni, ogni sfumatura. Quest’anno la primavera è fredda e piovosa. E nelle serate umide e uggiose non c’è niente di meglio di una zuppa calda. O di un uomo zuppa.
DA: “L’INGREDIENTE PERDUTO” DI STEFANIA APHEL BARZINI-RIZZOLI SONZOGNO, ORA MARSILIO SONZOGNO.
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