JOSEPH CONRAD E SIGNORA.

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JOSEPH CONRAD E SIGNORA.

Quante cose si vengono a scoprire e quanti impensabili storie che la cucina può raccontare.  Per esempio che Jessie Emmeline George, moglie del famoso scrittore Joseph Conrad ha scritto un libro di cucina, un libro non particolarmente brillante, un po’ come lei, grigio, modesto, anonimo.  Eppure Conrad ne scrive un’introduzione che è anche una dichiarazione d’amore alla moglie: “Di tutti i libri prodotti dall’ingegno e dalla laboriosità dell’uomo, a partire dalle epoche più remote, soltanto quelli che trattano di cucina possono considerarsi, da un punto di vista morale, al di sopra di ogni sospetto.  Si può discutere e si può, al limite, diffidare degli intenti di qualsiasi brano di prosa, ma il proposito di un libro di cucina è uno e inequivocabile.  Il suo unico obiettivo concepibile non può essere che accrescere la felicità degli esseri umani.  E’ questa considerazione generale, unita al sentimento di partecipazione calorosa con il qualesono abituato a osservare tutte le attività dell’autrice, a spingermi a buttar giù queste paginette di introduzione al suo libro.  Pur senza assumermi responsabilità dirette rispetto ai suoi insegnamenti (lo ammetto: trovo impossibile leggere un libro di cucinada cima a fondo) mi propongo, con modestia ma anche con gratitudine, come Esempio Vivente della sua attività.  Attività che, con una certa solennità, oso definire di straordinario successo.  Visto che per tanti impagabili anni ha contribuito ad aumentare la dose quotidiana della ia felicità. La buona cucina è un agente morale.  Per buona cucina intendo la preparazone coscienziodel semplice cibo quotidiano, non la più o memo talentuosa elaborazione di oziosi banchetti e piatti eccentrici”.  E come non essere d’accordo?

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