Mi piace, in questo momento, e in controtendenza rispetto a ciò che avviene su giornali e tv, dare buone notizie, notizie di speranza. Perchè se è vero che il momento è duro, e che c’è poco da stare allegri, qualcosa invero si muove. E si muove proprio là dove nessuno se lo aspetta. Al Sud. Sfogliando riviste e surfando in rete vengo a scoprire belle storie, storie di giovani che ci regalano qualche speranza per il futuro. E molte hanno a che fare con cibo e cucina.
Curiosa per esempio è l’avventura di Santo Fragalà, che a 25 anni ha deciso, pensate un po’, di impiantare un curioso business alle pendici dell’Etna. Santo alleva dromedari e con il loro latte gli artigiani della zona (che sono tanti e bravissimi) confezionano latte, torte, biscotti, saponi, creme e cosmetici. “C’è voluto un anno per ottenere le autorizzazioni e portare in Sicilia gli animali, un anno passato a compilare carte e scartoffie”, ma ce l’ha fatta, diventando il primo allevatore italiano di dromedari. I prodotti sono già sul mercato,il passo successivo sarà quello di far diventare il suo allevamento completamente autosufficiente, senza dover acquistare all’estero la materia prima, riducendo così la filiera. E Santo, ne siamo sicuri, ce la farà.
Ma la vera sorpresa arriva dalla Calabria e più precisamente dalla provincia di Reggio Calabria, dove, incredibile ma vero, in controtendenza con il resto della regione e dell’Italia, nel 2013 sono nate più imprese di quante ne siano state chiuse, in parte, anche qui, grazie a giovani imprenditori coraggiosi e soprattutto fantasiosi. Tra le tante vorrei raccontare le storie di Fattoria della Piana e Caffè Mauro. Fattoria della Piana è un’azienda di circa 280 ettari a Sovereto di Candidoni, tra Reggio e Vibo Valentia. Qui producono un famoso e squisito pecorino “Gran Riserva” che è arrivato addirittura in Vaticano e alla Casa Bianca. Ma non è solo il pecorino a essere speciale, lo è anche l’impegno speso nel campo delle energie rinnovabili. L’azienda ha infatti un impianto a biogas da un megawatt, il più grande del Centro e Sud Italia, costruito per smaltire il siero dei latticini che permette però anche di essere energeticamente autonomi e aiutare le altre aziende vicine a smaltire gli scarti alimentari. Le stalle sono fornite di pannelli fotovoltaici ed è stato appena portato a termine un impianto di fitodepurazione dell’acqua. Insomma un ecosistema completo.
Fabrizio Capua invece ha rilevato una storica azienda reggina, la Caffè Mauro, passato glorioso e presente drammatico, affondata com’era da 23 milioni di debiti. Capua ha rivoluzionato lo stabilimento, processi, macchinari, organizzazione del lavoro e l’età media del personale è adesso di 35 anni. Nel 2014 il bilancio chiuderà in attivo con un fatturato estero passato dal 7 al 30%. Il risultato è stato ottenuto grazie all’idea della “tostatura lenta”. Ritorno al passato dunque, ritorno alla terra ma con idee nuove. Tanti auguri ragazzi!
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