E’ vero siamo invasi, su schermi, giornali e riviste da adulti che spentolano, spignattano, spadellano, impiattano, sfilettano, caramellano, fiammeggiano e friggono. E da bambini che una volta sognavano di fare il pompiere, poi il calciatore e oggi desiderano solo diventare chef. Il cibo si è trasformato in un affare voyeristico quando non addirittura pornografico. Ecco perchè quest’anno il festival “La storia in piazza” ha deciso di dedicare la sua edizione a “I tempi del cibo”. Una volta Jean-Henri Fabre, entomologo francese, disse che la storia celebra i campi di battaglia dove gli uomini vanno a morire piuttosto che i campi coltivati che invece ci danno la vita. E’ di questo che il convegno, che si terrà a Genova, al Palazzo Ducale, dal 10 al 13 di Aprile prossimo, vuole ragionare. E a farlo è gente molto seria. Ci sarà Francesco Cavalli Sforza che racconterà “L’invenzione dell’agricoltura”, Andrea Segrè sulla guerra allo spreco, Lucio Caracciolo a disquisire di guerra alla fame in un mondo sovrappopolato come il nostro. Eva Cantarella ci parla dell’antichità classica, Massimo Montanari del medioevo. Vito Mancuso ci narrerà di nutrimento del corpo e dell’anima, Sami Zubeida dei tabù alimentari e religiosi, Stefano Rodotà del diritto al cibo e Simonetta Agnello Hornby metterà a confronto “Cucina ricca e cucina povera”. Ma ci saranno anche musica (naturalmente in cucina), mostre fotografiche, concerti e lezioni di Philippe Daverio e Donald Sassoon, storico inglese e ideatore della kermesse, sul rapporto cibo-pittura. E tante altre sorprese. Una bellissima iniziativa. Un solo appunto: schiacciante la presenza degli uomini, poche le donne che invece su un tema come questo forse sono quelle che avrebbero più da dire.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI E PER IL PROGRAMMA COMPLETO: www.palazzoducale.genova.it/storia/
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