Un consiglio d’amica: quando entrate in qualsiasi supermercato evitate di acquistare cibo che abbia l’etichetta: cibo sano. Quando ce la mettono di solito vuol dire che non è sano affatto, che è invece pieno di additivi ma per farvelo comprare ci aggiungono l’etichetta per i polli che ci cascano. Il cibo davvero sano non ha bisogno di etichette.
Mi impressiona che al giorno d’oggi la gente senta il bisogno di chiedere a “esperti”, dietologi, giornalisti, scienziati dell’alimentazione, medici, cosa si debba o non si debba mangiare. In fondo l’essere umano mangia dagli albori dell’umanità e lo ha sempre fatto senza sentire il bisogno di chiedere ad altri come fare, almeno fino a recentemente. Una volta erano le madri le autorità in materia, adesso le madri hanno abdicato in favore di scienziati, medici, e soprattutto di coloro che si occupano del marketing del cibo. Chiediamoci anche come mai secondo le categorie incriminate (scienziati, medici, dietologi e industrie, spesso unite in un abbraccio mortale) ciò che noi dovremmo o non dovremmo mangiare cambia ogni anno circa, lo stesso ingrediente che prima faceva benissimo all’improvviso fa malissimo (pensate ad esempio alla margarina e al burro, dopo averci ossessionato con il burro per decenni adesso si scopre che sia miracoloso). Gli Omega 3 (pesce) sono un toccasana per il cuore? Non più, anzi pare, secondo gli ultimi studi che facciano malissimo al cervello perchè il pesce è pieno di mercurio, solo per citare casi recenti.
Ma non vi viene in mente per esempio che queste continue scoperte che spesso contraddicono le precedenti, siano tutte invenzioni? Che servano insomma da una parte a giustificare gli stipendi delle suddette categorie e dall’altra a immettere nel mercato prodotti nuovi a ritmi sostenuti? Io ho deciso di non dar retta a nessuno e a limitarmi ad un modesto buon senso, mangiare tutto, ma con moderazione e mangiare molta verdura. Non demonizziamo nenmmeno la carne, consumiamone di buona qualità e con giudizio. Ma non priviamoci del piacere del mangiare, che è poi ciò che davvero ci distingue dagli animali, gli animali si nutrono, noi mangiamo, pranziamo, ceniamo, come affermava Anthelme Brillat-Savarin. E cenare, pranzare, mangiare non è solo un fatto biologico, è anche un’attività culturale. Quindi dedichiamole passione, attenzione, rispetto ed entusiasmo.
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