SALONE DEL LIBRO O DEL GUSTO?

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SALONE DEL LIBRO O DEL GUSTO?

Sono tornata a casa, frastornata dal Salone del Libro, contenta di esserci stata e di avere incontrato tanta gente simpatica e interessante.  E contenta delle mie presentazioni.  Ma qualche riflessione la vorrei fare.  Confesso che gironzolando per il Salone ad un certo punto, forse in preda ad evidente megalomania, ho pensato che il mondo ce l’avesse con me, che ci fosse in atto un vero e proprio complotto.  Chi ti incontro infatti? Incredibile ma vero, Carlo Cracco e Bruno Barbieri.  Anche qui.  Non c’è scampo.  Non solo ma l’accoglienza riservata a questi signori è pari a quella che ho visto tributare, molti anni addietro, a Mick Jagger in concerto con i Rolling Stones.  Folle entusiaste, gridolini, standing ovation. I due erano lì per presentare i loro autobiografici libri. Da vere rock star dispensavano sorrisi, consigli, saluti a chiunque glieli chiedesse.  Io invece mi sono detta che la situazione è ormai fuori controllo, poi però mi sono ripresa e soprattutto mi sono accorta di un fenomeno dilagante.  Il Salone del Libro sembra diventato il Salone della letteratura enogastronomica.  Non solo c’erano un numero impressionante di stand di libri che si occupano dell’argomento (alcuni orrendi, altri molto belli, tra tutti la Palma d’Oro x il migliore va a Guido Tommasi), ma anche le case editrici non strettamente culinarie pubblicano ed espongono una quantità esorbitante di libri di ricette, vino, cibo, cucina ecc. E’ dunque chiaro che il settore “tira”, anzi tira moltissimo! I giornali di questi giorni ci raccontano infatti che l’agroalimentare italiano ha superato moda e design, diventando la prima voce positiva del nostro fatturato.  Finalmente, sembrerebbe, una cosa del nostro paese che funziona! Ma non è tutto oro ciò che luccica.  I problemi sono tantissimi, anche in questo settore.  Se davvero vogliamo vincere, dobbiamo allora investire, curare, proteggere, valorizzare, seguire in maniera intelligente questo grande patrimonio che abbiamo avuto la fortuna di avere in dono.  Non accontentiamoci, come sempre tendiamo a fare, di avercelo, sicuri che da solo abbia la capacità di camminare, anzi di correre.  Anche i bambini più dotati hanno bisogno di presenza, cure, attenzioni.

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