Va bene, lo ammetto, sono di parte. Laura Grandi e Stefano Tettamanti sono due agenti letterari. Anzi a dirla tutta Laura è la mia agente. Ed è un’agente straordinaria, intelligente, attenta, curiosa. Avere a che fare con lei è un piacere, e lo è perchè Laura oltre a fare egregiamente il suo lavoro è anche un’appassionata amante della cucina, delle sue storie, dei suoi interpreti. Insomma Laura e Stefano riescono a coniugare in modo egregio letteratura e cucina. E lo fanno anche nei loro libri, io ce li ho tutti e aspetto sempre con ansia l’uscita del prossimo. Per una che come me studia la cucina e il mondo che le gira intorno i loro libri sono infatti preziosi. E anche molto divertenti. Come l’ultimo: A Capotavola, storie di cuochi, gastronomi e buongustai-Edizioni Mondadori. Un libro questo, pieno di sorprese, una più golosa delle altre. E’ un libro di storie, e di belle storie e questo in fondo è ciò che ciascun buon libro dovrebbe essere: storie. Sono tante le avventure di cibo e fornelli in cui ci accompagnano Laura e Stefano: la storia di Georges Simenon, quella di Agatha Christie, di Margherita di Savoia e di Elena di Sparta, di Ave Ninchi e di Andrè Michelin, dello scrittore cinese Yuan Mei e della signora Jessie Conrad, moglie del più famoso Joseph che nella prefazione al libro di ricette della moglie scriveva: “La buona cucina è un agente morale. Per buona cucina intendo la preparazione coscienziosa del semplice cibo quotidiano, non la più o meno talentuosa elaborazione di oziosi banchetti e piatti eccentrici. […] Il proposito di un libro di cucina è uno e inequivocabile. Il suo unico obiettivo concepibile non può essere che accrescere la felicità degli esseri umani”. Musica per le nostre orecchie in tempi di “masterchef” piccoli e grandi, di spadellamenti via etere, di preparazioni troppo fantasiose e, il più delle volte, impossibili da ripetere nelle nostre case. Leggere questo libro è come partecipare ad un ottimo pranzo, preparato con cura e attenzione a casa di qualche amico particolarmente dotato in cucina, un pranzo dove non un solo particolare è sbagliato o fuori posto, non l’apparecchiatura, non i vini, non le pietanze che riscaldano il cuore, non la compagnia o la conversazione che non sono mai sciocche, superficiali, inutili. E quindi sì, sarò di parte, però vi invito a tuffarvi in questo golosissimo libro senza remore. E quando vi alzerete dalla tavola sarete sazi e felici.
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