SIGNORA MIA NON CI SONO PIU’ LE MEZZE STAGIONI.

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SIGNORA MIA NON CI SONO PIU’ LE MEZZE STAGIONI.

 

E anche la Coca Cola non è più quella di una volta.  Perchè devo confessarlo, io la Coca Cola la amo, di un amore appassionato, che non conosce cedimenti.  E la amo da sempre perchè la  vivace, scintillante, briosa Coca Cola è stata  il simbolo della nostra gioventù, e parlo della generazione chiamata dei “baby boomers”.

La prima, timida pubblicità della bevanda americana era addirittura apparsa sulle pagine di un settimanale nel 1956.  Da subito si era voluto dare alla bibita un qualche tipo di connotazione allegra, simpatica, effervescente.  Nel disegno pubblicitario apparivano due amici, un uomo e una donna certamente giovani, ma di una giovinezza indefinita, lei truccata e pettinata di tutto punto, il filo di perle al collo e le unghie smaltate, lui, in giacca e cravatta,  rasato di fresco.  Lei, la bionda, suonava arie, presumibilmente allegre, al pianoforte, mentre lui le reggeva lo spartito.  In primo piano due bottigliette di Coca Cola.  Lo slogan recitava: “ Musica, amicizia…..e Coca Cola!” e piu’ sotto:” E’ infinitamente piacevole suggellare la gioia di una buona amicizia con la squisita Coca Cola.  E’ sana, pura, dissetante, di sapore incomparabile e di qualita’ superlativa: la bibita ideale per farne parte a un amico.  L’avete provata?”

Fin da subito insomma si sottolineava, della magica bottiglietta, l’aspetto solare, divertente e allegro.  Una bevanda amica, ideale per chi, come noi “giovani” di quel periodo, viveva in uno stato di perenne, elettrizzante movimento.  Bisogna dire poi che la Coca Cola non subi’ scosse e capovolgimenti di sorta neanche quando dagli anni iniziali della contestazione giovanile, quelli piu’ allegri e anarchici, si passo’ a quelli piu’ seri e politicizzati della prima meta’ degli anni ’70, ne’ la sua fama conobbe oscillazioni nei piu’ bui e cupi anni di fine decennio.  Benche’ infatti si tentasse da piu’ parte di  sottolinearne gli aspetti negativi, la mia generazione non conobbe cedimenti al riguardo: Coca Cola fu e Coca Cola resto’ per sempre. 

A leggerli attentamente poi questi “inquietanti risvolti” della bevanda di Atlanta, facevano anche un po’ ridere: c’era chi sosteneva che fosse fatta con le ossa dei morti, chi invece giurava che facesse imbiancare prematuramente i capelli, oppure che rendesse sterili le donne, impotenti gli uomini e che causasse  la caduta dei denti. 

Altro discorso invece era quello politico, molto in voga negli anni ‘70.  Secondo alcuni infatti, dietro alla distribuzione della apparentemente innocua bottiglietta, si nascondeva addirittura lo spionaggio americano, mentre si mormorava  che nei suoi stabilimenti si fabbricassero in realta’ devastanti bombe atomiche.  E c’era sempre, soprattutto nella sinistra extraparlamentare, chi tentava di colpevolizzare i “compagni che sbagliavano”, quelli cioe’ che facevano un uso sconsiderato della rossa bevanda, emblema dell’odiato capitalismo yankee: Franco Trincale, un cantautore politico allora assai di moda, ci informava, per esempio, cantando in giro per festival proletari, che : “ Per ogni Coca Cola che tu bevi/ un proiettile all’America hai pagato/ e se il marine la mira non fallisce/ un compagno vietnamita e’ assassinato”.  Noi pero’ non  ci davamo per intesi, affidando invece tutte le nostre incondizionate speranze, nello scarso addestramento del fottuto marine americano.

Capirete bene che per un’amante appassionata della “rossa” quale io sono, la notizia che dal 2015 la Coca si farà in casa è un po’ uno choc. Dall’anno prossimo infatti entrerà in commercio la macchina che, come quella per il caffè, andrà a cialde di Coca Cola, con tanto di bollicine. E’ accaduto che l’azienda americana ha acquistato il 10% di Green Mountain Coffee Roasters, il colosso americano del caffè in capsule e la partnership ha prodotto questa mostruosità.  Avremo quindi Sprite, Fanta, Diet Coke e Coca casalinghe.  Ora a me delle altre bibite poco interessa ma sulla Coca sono, devo ammetterlo, molto conservatrice.  Per quanto mi riguarda non mi sono ancora ripresa dall’avvento delle lattine, figuriamoci le cialde! Non sopporto nemmeno la Diet Coke o quella light, tollero solo la Zero.  E sono fermamente convinta che il prezioso nettare vada bevuto in bottiglia.  Di vetro.  L’azienda sostiene che comunque bottigliette e lattine resteranno sul mercato.  Me lo auguro.  E avverto: il primo che mi offre un bicchiere di Coca Cola fatta in casa verrà depennato dalle mie amicizie.

 

 

 

 

 

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