DICONO DI LORO
“Sono le sepie cognosciute per tutte le pescarie d’Italia, ove si portion vivi I pesci marini…Sono le sepie, et similmente I polpi, le loligini, et tutti questi pesci così mollichiosi, molto duri da digerire, et però si costuma sempre prima di batterli avanti che si cuochino, quantunque dicesse Atheneo, che le sepie cotte lesse conferischino allo stomacho, assottiglino il sangue…Ma in soma, per quanto s’ha da galeno al terzo delle facoltà de I cibi, hanno la carne dura; malagevolmente si digeriscono, et generano ne I corpi molti crudi homori, dando però laudabile nutrimento a coloro ne cui stomachi valentemente si digeriscono”
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LIbri cinque della historia et material medicinale- Di Mattioli
“Nel secolo XVI si preparavano press’a poco come le trippe, si devono prima macerare nell’acqua, et indi tagliate in pezzi, come le trippe, s’acconciano con il butiro:generano crasso nutrimento, et sono difficili da digerire”
Annotationi alle regole della sanità et natura de’ cibi- di Ugo Benzo
SEPPIE IN ZIMINO
Questo è un piatto povero della cucina toscana che mescola insieme le seppie e la verdura, in Toscana soprattutto le bietole, in altre parte del Paese anche gli spinaci. Conosciuto anche nell’antichità e anche allora come piatto povero, di certo non appariva nei banchetti. Un tempo la seppia veniva chiamata “calamaio” e questo per via della presenza della sacca del nero. L’origine invece del termine “zimino” è abbastanza oscura, alcuni storici della gastronomia affermano che potrebbe derivare dalla parola “cumino” o invece dall’arabo “zamin” che vuol dire “grasso”, da cui poi verrebbe la parola “Azimin”, senza grasso”, senza lievito nel case del pane. Un altro segnale della povertà del piatto.
LA SEPPIA
La seppia è un curioso mollusco, ha la forma di un grosso uovo e possiede una pinna che le permette di muoversi nel mare. Ha poi dieci piccole zampe, otto di loro sono veri e propri tentacoli, le alter due sono piuttossto una sorta di lunghi filamenti ricoperti di ventose che l’animale usa per difendersi. Quelle che viviono nei nostri mari misurano dai 5 ai 90 centimetri ma negli oceani possono arrivare anche ai 120 centimetri. Le loro prede sono soprattutto gamberetti, vermin d’acqua, polpetti e granchi mentre a loro volta sono facile preda di squali, foche e delfini.
BIZZARRIE SEPPIESCHE
Le seppie sono animali che amano travestirsi, hanno infatti grandi capacità mimetiche. Riescono infatti a cambiare colore con grandissima rapidità a seconda dei fondali in cui si trovano. Fanno questo soprattutto per affascinare le loro prede e potrerle così catturarle facilmente. Accade poi, nel periodo della riproduzione, che qualche esemplare maschio sia cacciato da altri maschi dominanti, non per questo però si avvilisce, al contrario imbroglia l’avversario assumendo lo stesso colore della femmina e riesce così a gabbare gli altri pretendenti e ad accoppiarsi senza timori!
COME SCEGLIERLE E COME CONSERVARLE
Al momento dell’acquisto fate attenzione che la sepia non sia opaca ma chiara e brillante e che non presenti un colore giallognolo. Si tratta comunque di un mollusco piuttosto delicato e meglio sarebbe consumarlo subito. Se però volete conservarla allora toglietele le viscere e lavatela bene in acqua corrente. In frigorifero può mantenersi al Massimo per due giorni, coperta da pellicola trasparente o chiusa in un sacchetto di plastica. Può anche essere congelata, a meno 18°, sempre rinchiusa in un sacchetto dal quale con molta attenzione avrte eliminato tutta l’aria. Può conservarsi anche per tre mesi.
SEPPIE LETTERARIE
Sono, di solito, le seppie, animali molto amati dagli scrittori. Chi davvero ne va pazzo è il commissario Montalbano, la fedele cuoca Adelina infatti gliele prepara spesso.
“Da qualche tempo il commissario s’era adunato che Adelina, se lui era teso, turbato, nirbùso, in qualche modo l’intuiva da come lui al mattino lasciava la casa e allora gli faceva trovare piatti speciali che gli risollevavano il morale. Quel giorno Adelina era entrata in azione, sicchè Montalbano trovò in frigo il sugo di seppie, stretto nero, come piaceva a lui. C’era o no un sospetto di origano? L’adorò a lungo, prima di metterlo a scaldare, ma magari questa volta l’indagine non ebbe esito.”
Da “Il cane di terracotta” di Andrea Camilleri
OSSO DI SEPPIA
L’osso di sepia è molto più di una semplice curiosità o di un buffo oggetto con il quale I bambini amino giocare sulla spiaggia. Si tratta infatti di una vera conchiglia interna, ripiena di piccole bollicine di gas. E’ grazie proprio a questa conchiglia che rende leggero il corpo della seppia che il mollusco riesce a galleggiare nel mare.
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