Non sarà un caso che le mie lezioni di “Food Writing”, di Scrittura creativa applicata al cibo, abbiano come titolo “Scrivere con i Sensi”. Non sarà un caso perchè per me il cibo, per essere davvero apprezzato, va assaggiato, gustato, cucinato e scritto con la vista, il tatto, l’olfatto, l’udito e naturalmente il gusto. E allora cominciamo con il tatto.
Una volta guardavo una mia amica che rigirava l’insalata cone le pinze, quelle pinze che recentemente sono diventate uno dei gadgets più “in” nelle cucine. E che io, in linea di massima, odio. La mia amica mescolava l’insalata con una certa energia e io guardavo, con sofferenza inespressa le povere foglie che vedevo spezzate, schiacciate, torturate. Finchè non ce l’ho fatta più: “Ma perchè non la condisci con le mani?-le ho detto- Funzionano molto meglio”. Mi ha guardata con orrore e mi ha risposto che non voleva sporcarsi le dita. E questa è la triste realtà del cibo oggi: nessuno vuole più toccarlo. Le mani sono diventate, in cucina, uno strumento buono solo a mettere in movimento altri strumenti che lavorano per noi: frullatori, coltelli elettrici, mixer, macchine per fare la pasta, macchine per fare il pane. Le macchine oggi lavorano molto più di noi. Anche in cucina. E la gente, sempre di più, perde la connessione con il cibo. Eppure ci sono culture dove il tatto è ancora essenziale nell’atto del cucinare e ancor più del mangiare. In Marocco, in India, in Etiopia, la gente mangia con le mani, non con strumenti. Perchè il contatto con il cibo ci insegna tante cose. Toccare il pesce per esempio ci dice non solo se sia fresco o meno, ma anche una volta messo in pentola, se sia cotto e che sapore abbia. Provateci, provate a toccarlo mentre cuoce, poi assaggiatelo, ripetete l’operazione più volte e alla fine connetterete le due cose, tatto e gusto. Un pesce che toccato ha una certa consistenza, quando si mangia ha anche un determinato sapore. Finirà che saprete se la vostra orata è pronta solo toccandola.
Lo stesso vale per la carne. Eccovi i miei semplici trucchi per capire se un roastbeef o una bistecca siano cotti o meno: se toccati con il pollice avranno la stessa consistenza del lobo del vostro orecchio vuol dire che sono al sangue, se assomigliano invece alla punta del vostro naso sono a cottura media, se infine sembrano il vostro mento vuol dire che sono molto cotti.
Provateci anche voi, giocate con il vostro cibo, carezzatelo, prendetelo a schiaffi se volete, ma non abbandonatelo, solo, senza il conforto di una mano amica. Se non toccate, annusate, ascoltate, guardate e assaggiate è difficile che possiate cucinare bene.
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